9 dicembre 2025 – Adeguamento ISTAT del canone solo con richiesta del locatore

L’aggiornamento ISTAT del canone di locazione serve a mantenere il valore reale dell’affitto in linea con l’inflazione: non è quindi un vero aumento del canone, ma un semplice adeguamento alla variazione del costo della vita rilevata dall’indice FOI. L’incremento si ottiene applicando al canone una percentuale della variazione dell’indice (di solito il 75% o il 100%).
Per gli immobili ad uso diverso dall’abitativo, la legge prevede che l’adeguamento sia possibile solo se è stato espressamente pattuito nel contratto e solo su richiesta del locatore: non può quindi scattare automaticamente. Inoltre, per i contratti ordinari il limite massimo di aggiornamento è del 75% dell’indice.
Per le locazioni abitative a canone libero, non esiste una disciplina specifica. Questo significa che sono le parti a regolare liberamente l’adeguamento, decidendo percentuali e criteri. Anche qui, comunque, l’aumento spetta solo dal momento in cui il locatore lo richiede.
Nei contratti a canone concordato, invece, resta fissato per legge il limite del 75%.
Un aspetto importante riguarda gli arretrati: anche se il contratto prevede l’adeguamento, il locatore non può chiedere aumenti relativi agli anni passati se non li aveva domandati in tempo. L’aggiornamento vale solo dal momento della richiesta.
Infine, chi sceglie la cedolare secca non può applicare l’aggiornamento ISTAT, neppure se previsto nel contratto.