30 ottobre 2025 – La corretta valutazione delle rimanenze di magazzino nel bilancio d’esercizio

Uno degli aspetti più delicati nella redazione del bilancio è la corretta quantificazione e valorizzazione delle rimanenze di magazzino, che spesso rappresentano una voce significativa dell’attivo patrimoniale e incidono direttamente sul risultato d’esercizio.
Il primo passaggio consiste nella conta fisica dei beni.
Nelle realtà di minori dimensioni, questa fase viene talvolta sottovalutata, con il rischio di errori nella determinazione del risultato economico e di contestazioni fiscali in caso di verifiche.
Le operazioni di inventario devono essere pianificate con attenzione, preferibilmente a produzione ferma o con i magazzini chiusi, e richiedono un’adeguata organizzazione e codifica dei beni.
Nelle imprese strutturate, la procedura è solitamente formalizzata: la conta può essere affidata a più squadre indipendenti, con successiva verifica dei risultati e confronto tra dati fisici e contabili.
Per le aziende obbligate alla contabilità di magazzino – ai sensi dell’art. 1 del DPR 695/1996, come modificato dal DL 146/2021 – tale rilevazione è ancora più agevole, in quanto l’obbligo scatta dal secondo esercizio successivo a quello in cui, per due anni consecutivi, sono superati entrambi i limiti di 5.164.000 euro di ricavi e 1.100.000 euro di rimanenze.
Durante la conta è inoltre opportuno verificare lo stato dei beni, individuando le rimanenze obsolete o a lento rigiro, poiché tali elementi incidono sulla successiva valutazione economica.
Una volta determinata la quantità, si procede alla valorizzazione, secondo il principio del minore tra costo e valore di mercato.
Costo di acquisto: comprende il prezzo pagato e tutti gli oneri accessori sostenuti per portare il bene nel luogo e nelle condizioni attuali.
Costo di produzione: include i costi direttamente imputabili e, in parte, quelli indiretti relativi al periodo di fabbricazione.
Valore di mercato: corrisponde al presumibile prezzo di realizzo, al netto dei costi di completamento e di vendita.
I metodi più utilizzati per determinare il costo sono: FIFO (First In, First Out): si considerano venduti per primi i beni acquistati o prodotti per primi; LIFO (Last In, First Out): si considerano venduti per primi i beni più recenti; Costo medio ponderato (CMP): il costo è calcolato come media ponderata tra le rimanenze iniziali e gli acquisti dell’anno.
In ogni caso, il valore ottenuto deve essere confrontato con il valore di mercato effettivo, per evitare sopravvalutazioni.