15 ottobre 2025 – Locazioni brevi: il regime fiscale aggiornato dal 2024

Il D.L. 50/2017, convertito nella L. 96/2017, ha introdotto un regime fiscale specifico per le locazioni brevi, ossia i contratti di locazione di immobili ad uso abitativo situati in Italia, di durata non superiore a 30 giorni.
Rientrano in questa categoria anche i contratti che includono servizi accessori, come la fornitura di biancheria e la pulizia dei locali, purché stipulati da persone fisiche al di fuori dell’attività d’impresa.
Sono ricompresi i contratti conclusi direttamente dal locatore o tramite intermediari e portali telematici (Airbnb, Booking, Vrbo), e devono soddisfare tre condizioni essenziali: persone fisiche non imprenditori; immobile abitativo; non oltre 30 giorni.
Il regime si applica esclusivamente alle persone fisiche che affittano immobili in modo non imprenditoriale.
Restano escluse: società ed enti; persone fisiche che esercitano attività di locazione organizzata o professionale.
Dal 2021 la normativa prevede un limite massimo di quattro appartamenti locati brevemente nello stesso anno: superato tale limite, l’attività è considerata impresa, con obbligo di partita IVA e tassazione come reddito d’impresa, senza possibilità di applicare la cedolare secca.
La Legge di Bilancio 2024 (L. 213/2023) ha innalzato l’aliquota della cedolare secca al 26% per i redditi derivanti da locazioni brevi.
È prevista una riduzione al 21% per una sola unità immobiliare per ciascun periodo d’imposta, scelta dal contribuente nella dichiarazione dei redditi.
La nuova aliquota si applica ai redditi maturati dal 1° gennaio 2024, indipendentemente dalla data del contratto o dell’incasso del canone.
Gli intermediari immobiliari e i portali online che incassano o intervengono nei pagamenti devono applicare una ritenuta del 21% a titolo di acconto sui canoni riscossi per conto dei locatori, versandola tramite modello F24 e rilasciando successivamente la Certificazione Unica.