Con l’entrata in vigore del decreto sicurezza sul lavoro (Dl 159/2025), è arrivata una stretta importante sulla PEC degli amministratori: non potrà più coincidere con quella della società.
Fino a oggi molte Camere di commercio ammettevano una sola PEC per impresa e amministratore, purché effettivamente presidiata. Ora invece ogni amministratore deve avere un domicilio digitale personale, distinto e riconducibile univocamente a sé.
L’obbligo deriva dalla Manovra 2025, che ha imposto l’iscrizione della PEC anche agli amministratori (inclusi i liquidatori) nel Registro imprese. Il decreto sicurezza ha poi vietato esplicitamente l’uso della PEC aziendale per questo scopo.
In pratica, le imprese dovranno: verificare per ciascun amministratore la presenza di una PEC personale attiva; depositarla al Registro imprese entro il 31 dicembre 2025 o, per i nuovi incarichi, al momento della nomina; aggiornare i dati se finora era stata usata la casella della società.
La PEC può essere quella del professionista (ad esempio il commercialista), se formalmente eletta domicilio digitale dall’amministratore, ma non può appartenere a un’altra società o essere condivisa.
Chi non si adegua rischia sanzioni da 206 a 2.064 euro, oltre a possibili problemi nelle notifiche e nei rapporti con la PA.
In attesa della conversione in legge, la norma è già efficace: la soluzione più sicura è dotare ogni amministratore di una PEC personale e aggiornare subito il Registro imprese.