24 ottobre 2025 – Regime forfetario: confermato anche per il 2026 il limite di 35.000 euro per i redditi di lavoro dipendente

Il disegno di legge di Bilancio 2026, all’articolo 12, conferma anche per il 2026 l’innalzamento a 35.000 euro del limite dei redditi di lavoro dipendente (e assimilati) che consente l’accesso o la permanenza nel regime forfetario di cui alla legge 190/2014.
In via generale, la disciplina prevede che non possono applicare il regime agevolato i contribuenti che, nell’anno precedente, abbiano percepito redditi di lavoro dipendente o assimilati superiori alla soglia prevista. Tale limite, fissato a 30.000 euro fino al 2024, è stato innalzato a 35.000 euro dalla legge 207/2024 per il 2025 e ora viene prorogato al 2026.
Pertanto, per poter adottare il regime forfetario nel 2026, i redditi di lavoro dipendente o assimilati percepiti nel 2025 non dovranno superare i 35.000 euro.
L’Agenzia delle Entrate ha precisato che ai fini del calcolo rilevano solo i redditi ordinari, escludendo le somme di natura straordinaria soggette a tassazione separata (come arretrati o TFR). Devono invece essere considerati anche i redditi da lavoro dipendente prodotti all’estero, indipendentemente dal fatto che siano tassati o meno in Italia.
La causa ostativa non opera se il rapporto di lavoro è cessato nel corso dell’anno precedente, a condizione che nel medesimo anno non siano stati percepiti altri redditi della stessa natura (ad esempio una pensione o un nuovo rapporto di lavoro).
In presenza, invece, di più rapporti di lavoro — anche se uno di essi è cessato — il limite deve essere valutato sommando tutti i redditi percepiti. La ratio della norma è infatti quella di favorire chi è rimasto senza impiego o trattamento pensionistico, non chi continua a percepire più redditi riconducibili al lavoro dipendente o assimilato.