Con la risposta a interpello n. 245 del 16 settembre 2025, l’Agenzia delle Entrate ha fornito importanti chiarimenti in merito al regime fiscale applicabile alle somme corrisposte dai fondi pensione a seguito di operazioni di capitalizzazione delle prestazioni.
Un fondo pensione di un gruppo bancario, in base ad accordi stipulati nel 2019, aveva consentito agli iscritti di trasformare le prestazioni da rendita in capitale, nel rispetto del regime transitorio previsto dal D.Lgs. n. 252/2005. Nel 2021 alcuni pensionati avevano esercitato tale opzione. Successivamente, nel 2023, sulla base dei risultati di bilancio tecnico, il fondo ha determinato una “maggiorazione individuale” da liquidare in forma capitale nel 2025, chiedendo chiarimenti sulla relativa tassazione.
L’Amministrazione ha richiamato il D.Lgs. n. 252/2005 e la circolare n. 70/E/2007, ribadendo che: le prestazioni maturate prima del 1° gennaio 2007 restano soggette alle regole previgenti; per gli importi maturati dal 2007 si applicano le nuove disposizioni introdotte dal decreto.
Nel caso esaminato, la maggiorazione individuale deve essere assoggettata a tassazione separata, ai sensi dell’art. 17, comma 1, lett. a) del TUIR, al pari delle altre indennità e capitalizzazioni pensionistiche.
L’aliquota interna dovrà quindi essere calcolata considerando: la somma complessiva (importo già erogato nel 2021 più la maggiorazione determinata dall’attuario); l’intera anzianità maturata dall’iscritto fino alla cessazione del servizio.
Infine, dall’imposta calcolata sulla base della somma complessiva dovrà essere sottratta quella già applicata nel 2021, con il residuo a costituire l’imposta definitiva dovuta.
Il documento conferma l’orientamento dell’Agenzia delle Entrate sulla tassazione delle prestazioni da fondi pensione, ribadendo l’applicazione delle regole della tassazione separata anche alle maggiorazioni derivanti da successivi calcoli attuariali.
