16 aprile 2024 – Via libera dell’Ecofin alla direttiva sulle Case Green: due anni di tempo per la tabella di marcia

Con l’approvazione da parte del Consiglio Ecofin del 12 aprile 2024 si conclude l’iter legislativo della direttiva Epbd (Energy performance of building directive) meglio conosciuta come direttiva “Case Green”. Italia e Ungheria hanno votato contro, mentre Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia si sono astenute.
A questo punto si attende la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea e la sua entrata in vigore decorsi 20 giorni.
La norma, nata nel 2021 con obblighi molto stringenti in capo ai singoli Stati membri, è stata decisamente ammorbidita nell’iter legislativo prevedendo, attualmente, che siano i singoli Stati a stabilire i piani per la riduzione dei consumi dei fabbricati e le soglie da rispettare.
I singoli Stati membri dovranno, infatti, fare una “fotografia” delle prestazioni energetiche del patrimonio edilizio all’anno 2020 prevedendo una “tabella di marcia” per efficientare gli edifici esistenti e arrivare entro il 2050 a “emissioni zero” ovvero privi di emissioni in loco di carbonio da combustibili fossili.
Per quanto riguarda gli edifici di nuova costruzione, questi dovranno rispettare tale requisito a partire dal 1° gennaio 2028, se si tratta di immobili di proprietà di enti pubblici, mentre, per tutti gli altri, la data è fissata al 1° gennaio 2030.
Invece gli adempimenti per gli edifici esistenti sono diversificati a seconda che la destinazione sia residenziale o meno.
Per i primi, entro il 2030, occorrerà che complessivamente si riduca del 16% il consumo di energia, percentuale che dovrà salire al 20%-22% entro il 2035 e così via fino al 2050.
Viceversa, per gli edifici non residenziali, viene mantenuta, per il 2030, la percentuale del 16% innalzandola al 26% per l’anno 2033.
Alla base delle analisi e delle verifiche verranno utilizzati gli attestati di prestazione energetica (APE), che dovranno essere elaborati sulla base di un modello unico per tutti gli Stati e raccolti in una “banca dati nazionale della prestazione energetica nell’edilizia” liberamente consultabile.
L’efficientamento energetico degli edifici dovrà avvenire attraverso interventi di miglioramento degli impianti e “ristrutturazioni profonde”. A tal fine gli edifici saranno dotati di un “passaporto di ristrutturazione” definito come una “tabella di marcia su misura per la ristrutturazione profonda di un determinato edificio, in un numero massimo di fasi che me miglioreranno sensibilmente la prestazione energetica”.
Inoltre sono previsti “sportelli unici per la prestazione energetica nell’edilizia” finalizzati a fornire consulenza tecnica e finanziaria nonché un supporto globale che possa coprire le diverse fasi del progetto di ammodernamento.
Un contributo particolare all’efficientamento energetico sarà dato dagli impianti solari che dovranno essere presenti su tutti i nuovi edifici.
Per poter ottemperare a tali prescrizioni i singoli Stati dovranno predisporre finanziamenti, misure di sostegno e altri strumenti idonei. A tal fine si potrà prevedere, per quanto riguarda gli edifici condominiali, l’eliminazione dei requisiti dell’unanimità per le delibere o la possibilità di far accedere direttamente il condominio ai finanziamenti.
Gli Stati dovranno anche prevedere strumenti d’investimento e di finanziamento quali prestiti per l’efficienza energetica e mutui ipotecari per la ristrutturazione degli edifici, contratti di rendimento energetico nonché incentivi fiscali quali la previsione di aliquote fiscali ridotte sui lavori e sui materiali di ristrutturazione, sistemi di detrazione fiscale e sistemi di detrazione in fattura che potrebbero ricalcare l’oramai abrogato “sconto sul corrispettivo”.
Verranno previsti anche fondi di garanzia, fondi destinati per le ristrutturazioni profonde o per gli interventi che, in ogni caso, garantiscano una soglia minima significativa di risparmi energetici.
Nella versione definitiva della direttiva, rispetto alle prime bozze, appare evidente l’autonomia dei singoli Stati membri i quali, ad esempio, potranno esentare, tra gli altri, gli edifici vincolati, quelli adibiti a luoghi di culto, i siti industriali, officine ed edifici agricoli non residenziali a basso fabbisogno energetico nonché gli edifici residenziali destinati a essere usati per meno di quattro mesi all’anno (le cosiddette case di villeggiatura).
Infine, a partire dal 2025, verranno abrogati tutti gli incentivi per le caldaie alimentate esclusivamente da combustibili fossili mentre rimarranno agevolati gli apparecchi “ibridi” composti da caldaia e pompa di calore.